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Basilica di San Vittore
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  • Münchener Kammerorchester 24 ottobre 25
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  • The Tallis Scholars 9 novembre 25
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  • Angela Hewitt 18 gennaio 26
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    18/01/2026
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  • Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Milano 2 febbraio 26
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  • Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala 18 febbraio 26
    Orchestra dell’Accademia Teat...
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  • Collegium Vocale Gent  20 marzo 2026
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  • Akademie für Alte Musik Berlin 16 aprile 2026
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  • Münchener Kammerorchester 24 ottobre 25

    120 min

    Genere: Operistico

    Lingua: Italiano

    Cast: Alexander Lonquich Pianoforte E Direzione

    Trama: Ludwig van Beethoven Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 in sol maggiore, op. 58 Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 in mi bemolle maggiore, op. 73 “Imperatore” L’inaugurazione della Stagione è affidata a un artista di culto: Alexander Lonquich torna a Varese alla guida della prestigiosa Münchener Kammerorchester per affrontare, nella doppia veste di pianista e direttore, due capolavori assoluti del repertorio concertistico. Il Concerto n. 4 in sol maggiore, op. 58 si apre con un gesto sorprendente: il pianoforte entra da solo, senza introduzione orchestrale, con una frase riflessiva e sospesa. È il preludio a un capolavoro di equilibrio e poesia, in cui Beethoven raggiunge una rara intensità espressiva e una struttura narrativa profondamente unitaria. L’Andante centrale, con il suo dialogo drammatico tra pianoforte e archi, è uno dei momenti più commoventi dell’intera letteratura musicale. Di carattere opposto è il Concerto n. 5 in mi bemolle maggiore, op. 73, composto nel 1809 ed eseguito per la prima volta nel 1811. Soprannominato arbitrariamente “Imperatore”, si impone per energia, virtuosismo e forza affermativa, irradiando una tensione eroica che lo ha reso tra i concerti più amati di sempre. Lonquich, musicista visionario e raffinato, saprà restituire le due anime del Genio di Bonn – poetica ed eroica – con quella rara miscela di rigore intellettuale e spontaneità che ne fa, da decenni, uno degli interpreti più autorevoli della scena musicale europea. In ricordo di Luigi Orrigoni

  • The Tallis Scholars 9 novembre 25

    120 min

    Genere: Operistico

    Lingua: Italiano

    Cast: Peter Phillips

    Trama: The Tallis Scholars Peter Phillips direttore Giovanni Pierluigi da Palestrina Missa Confitebor tibi Domine – Laudate pueri Gregorio Allegri Miserere Costanzo Festa Quam pulchra es Josquin Desprez Praeter rerum seriem Il ritorno dei Tallis Scholars a Varese è un momento speciale. Dopo il concerto del 2022 – rimasto nella memoria collettiva per intensità e perfezione – il celebre ensemble vocale britannico torna nella Basilica di San Vittore per rendere omaggio, nel cinquecentenario della nascita, a Giovanni Pierluigi da Palestrina. La Missa Confitebor tibi Domine, costruita su un proprio mottetto, mostra l’arte di comporre “in punta di penna”: ogni linea si intreccia con le altre in un equilibrio miracoloso. A essa si affianca il brillante Laudate pueri a otto voci, fulgido esempio di scrittura contrappuntistica al servizio della lode. Breve e delicato, Quam pulchra es di Costanzo Festa rappresenta l’eleganza raccolta della scuola romana prima di Palestrina. Seguono le sonorità dense e arcane di Praeter rerum seriem di Josquin Desprez, figura che Palestrina studiava e venerava: maestro della scrittura imitativa e del rapporto profondo fra musica e parola, capace di evocare una spiritualità senza tempo. Il momento senza dubbio più atteso è però il Miserere di Gregorio Allegri: per secoli custodito gelosamente dalla Cappella Sistina e proibito in ogni altra sede, divenne leggenda quando un giovanissimo Mozart, ascoltandolo durante la Settimana Santa a Roma, lo trascrisse interamente a memoria, sfidando il segreto pontificio. Così, una delle pagine più misteriose e luminose della musica sacra è giunta fino a noi. ​​​​​​​ In ricordo di Lino Conti

  • Angela Hewitt 18 gennaio 26

    120 min

    Genere: Operistico

    Lingua: Italiano

    Cast: Angela Hewitt

    Trama: Johann Sebastian Bach Toccata in re maggiore BWV 912 – Preludio e fuga in la minore BWV 894 Jean-Philippe Rameau Suite n. 2 in la minore Domenico Scarlatti Sonate: Kk 322 in la maggiore – Kk 145 in re maggiore – Kk 417 in re minore – Kk 460 in do maggiore – Kk 518 in fa maggiore – Kk 519 in fa minore – Kk 466 in fa minore Angela Hewitt, ben nota al pubblico di Varese e di nuovo nostra ospite dopo anni di assenza, è considerata da decenni una delle interpreti più intense e rigorose del repertorio barocco per tastiera. La sua lettura di Bach, acclamata in tutto il mondo, coniuga chiarezza architettonica e profondità espressiva, intelligenza formale e tocco cantabile. In questo recital – ambientato nell’intimità del Salone Estense – la pianista canadese intreccia tre universi differenti ma affini: Bach, Rameau e Scarlatti. La Toccata in re maggiore BWV 912 è una pagina giovanile e libera, ricca di slanci e virtuosismi, al pari del Preludio e fuga in la minore BWV 894, che fin dal primo movimento rivela profondi debiti verso la musica italiana. Al centro del programma, la Suite in la minore di Jean-Philippe Rameau ci introduce al mondo raffinato del clavicembalo francese: un teatro di miniature danzanti, sospeso tra eleganza e ironia. A chiudere, una selezione di Sonate di Domenico Scarlatti, folgoranti per varietà, colore e teatralità. Un omaggio al genio di chi seppe trasformare lo strumento a tastiera in uno specchio dell’interiorità e dello stupore sensibile. In ricordo di Emilio e Stefania Bortoluzzi

    Il Concerto si terrà presso il Salone Estense
  • Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Milano 2 febbraio 26

    120 min

    Genere: Operistico

    Lingua: Italiano

    Cast: Giuseppe Albanese, Giovanni Conti

    Trama: Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Milano Giuseppe Albanese pianoforte Giovanni Conti direttore Pëtr Il’ič Čajkovskij Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bemolle minore, op. 23 Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36​​​​​​​ Un grande ritorno e un felice debutto: la Stagione Musicale accoglie per la seconda volta Giovanni Conti, giovane direttore varesino che nel frattempo si è imposto all’attenzione internazionale, conquistando nel 2024 il secondo premio alla XIII edizione del prestigioso Concorso “Guido Cantelli”. Accanto a lui, Giuseppe Albanese, uno dei pianisti più autorevoli della scena italiana, interprete capace di coniugare forza espressiva e raffinatezza lirica. Il programma è un affresco tardo-romantico interamente dedicato a Čajkovskij. Si apre con il celeberrimo Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra, introdotto dall’inconfondibile incipit degli ottoni: una soglia teatrale che apre a un percorso virtuosistico e carico di tensione emotiva, tra slanci eroici e delicate confessioni. Segue la Sinfonia n. 4 in fa minore, tra le più autobiografiche del compositore russo, dominata dal motivo del “fato”, inteso come forza ineluttabile che minaccia la felicità dell’uomo. In entrambe le partiture convivono impeto e malinconia, energia e fragilità: una narrazione musicale che sembra parlare direttamente all’animo umano. La direzione di Conti e l’eloquenza poetica di Albanese si incontrano per dar vita a un concerto di rara intensità e travolgente potere comunicativo. In ricordo di Orlando Franzetti

  • Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala 18 febbraio 26

    120 min

    Genere: Operistico

    Lingua: Italiano

    Cast: Pietro De Maria, Pietro Mianiti

    Trama: Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala Pietro De Maria pianoforte Pietro Mianiti direttore Robert Schumann Concerto per pianoforte e orchestra in la minore, op. 54 Johannes Brahms Sinfonia n. 3 in fa maggiore, op. 90 Ritorna a Varese l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, formazione giovanile d’eccellenza che ha conquistato pubblico e critica per precisione tecnica, maturità interpretativa e intensità espressiva. Con lei, un solista di assoluto prestigio: Pietro De Maria. Attento narratore pianistico, ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio della Critica al Concorso Čajkovskij di Mosca (1990), il primo premio al Concorso Dino Ciani (1990), al Géza Anda di Zurigo (1994) e il Premio Mendelssohn di Amburgo (1997). La sua lettura del Concerto in la minore di Schumann – nato dal dialogo creativo fra Robert e Clara – unisce slancio e interiorità, trasparenza e tensione, in un intreccio serrato tra solista e orchestra che supera le convenzioni del genere. In perfetto contrappunto, la Sinfonia n. 3 di Brahms – definita da Clara Schumann “la più perfetta e originale” del compositore – fonde eroismo e nostalgia, ardore giovanile e inquietudine matura. Pietro Mianiti, figura ben nota al pubblico varesino per sensibilità e rigore, dirigerà l’orchestra e restituirà, con freschezza e profondità, il legame ideale che unisce le due partiture. Una serata di grande musica, in cui la tensione romantica di Schumann dialoga con la malinconia crepuscolare di Brahms. ​​​​​​​ In ricordo di Giovanni Sante Bombèn

  • Collegium Vocale Gent 20 marzo 2026

    120 min

    Genere: Operistico

    Lingua: Italiano

    Cast: Collegium Vocale Gent, Orchestre Des Champs élysées, Philippe Herreweghe

    Trama: Collegium Vocale Gent Orchestre des Champs Élysées Philippe Herreweghe direttore Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore, op. 55 “Eroica” Luigi Cherubini Requiem in do minore per coro e orchestra Un programma di imponente respiro affidato a uno dei più grandi direttori del nostro tempo. Philippe Herreweghe torna a Varese dopo molti anni di assenza con le sue due formazioni di riferimento – il Collegium Vocale Gent e l’Orchestre des Champs-Élysées – per un concerto che intreccia i temi della morte e della gloria, della perdita e della memoria. La serata si apre con la Sinfonia n. 3 “Eroica” di Beethoven, monumento della modernità musicale: composta in un momento di svolta, abbandona i modelli settecenteschi per esplorare una dimensione drammatica, epica e visionaria al tempo stesso. L’"Eroica" segna un punto di non ritorno nella storia della sinfonia, con i suoi slanci titanici, la marcia funebre e il travolgente finale. In ideale continuità, il Requiem in do minore di Luigi Cherubini – ammirato da Beethoven ben più di quello mozartiano – è una delle vette della musica sacra ottocentesca: austero, classico, privo di voci soliste perché ispirato da una collettività in preghiera, costruito su un equilibrio miracoloso tra rigore formale e potenza espressiva. Herreweghe, sommo interprete del repertorio spirituale europeo, guiderà il pubblico in un viaggio sonoro tra solennità liturgica e tensione sinfonica. ​​​​​​​ In ricordo di Enrico e Sissy Corsi

  • Akademie für Alte Musik Berlin 16 aprile 2026

    120 min

    Genere: Operistico

    Lingua: Italiano

    Trama: Akademie für Alte Musik Berlin Johann Sebastian Bach Suites per orchestra BWV 1066–1069 (n. 1 in do maggiore, n. 2 in si minore, n. 3 in re maggiore, n. 4 in re maggiore) È sempre una festa quando l’Akademie für Alte Musik Berlin torna in Italia. Considerato uno dei più autorevoli ensemble barocchi al mondo, il gruppo berlinese porta a Varese uno dei progetti più raffinati e coinvolgenti del suo repertorio: l’integrale delle Suites per orchestra di Johann Sebastian Bach. Composte in anni diversi, forse per occasioni di corte, le quattro Suites (BWV 1066–1069) fondono l’eleganza francese, la cantabilità e l’energia italiane, e il rigore tedesco in un linguaggio orchestrale di inconfondibile originalità. Ciascuna si apre con un’Ouverture in stile francese, seguita da una serie di danze di carattere – dalla Gavotta alla Bourrée, dal Minuetto alla Badinerie – in cui si alternano grazia, virtuosismo, teatralità e invenzione. Particolarmente celebri la Suite n. 2 in si minore, con il flauto solista, e la Suite n. 3 in re maggiore, che include la celebre “Aria” (la cosiddetta “Aria sulla quarta corda”). Il concerto è anche un’occasione per apprezzare il variegato organico richiesto da Bach: fiati, archi, timpani e basso continuo si intrecciano in un continuo gioco di timbri e stili. L’Akademie für Alte Musik Berlin – con il suo suono caldo, rigoroso e brillante – restituisce tutto il fascino di una musica concepita per intrattenere e sorprendere, ma che, come sempre accade con Bach, sa toccare le corde più profonde dell’animo umano. In ricordo di Luigi Ambrosoli e Giuseppe Marzoli

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